MORRIS “THE CINEMAIO”
Cinema has always been the dream of Morris Donini. Everyone knows and loves him as Morris the “cinemaio”, a film artisan.
In this year of forced closure due to the pandemic, he decided to continue projecting films to an empty theater. In the darkness of his cinema, Morris settles into a seat or sits on the floor at the back of the room, just as he did in normal times, savoring the lights and atmospheres that only images can provide. He leaves the doors open to allow the inhabitants of the small village to hear the voices and music of the stories projected, while the flashes of light exit like reflections, so as not to forget that cinema exists, that the show goes on.
Resilience is also and above all this. A single spectator, Morris, sometimes accompanied by his dog, in a moment of great difficulty, with the theaters closed, but rent to pay, with strength and determination hoping that the lights will not go out forever.
Since he was a child, Morris drew movie theaters on his school notebooks, with his flani for posters and his film festivals. Dreams are created early on that become ideals to pursue. He happened to meet the owner of a cinema in a small town in the province of Bologna and from then on, every day he asked to be part of that world to experience the atmosphere of the theater, with its red velvet fabrics, armchairs and the magical screen. In exchange, he offered to do small jobs. Years passed and at the death of the owner, he was asked to manage that cinema. Morris was 29 years old and without hesitation, he accepted. Today he runs three provincial theaters to give cultural identity even to small towns. Morris pursued an ideal life that became a reality with patience and dedication.
In Italy in 2020 due to the Covid pandemic, cinema activity suffered a drastic reduction of more than 75% in terms of attendance and revenue, causing an estimated loss of more than 25 million viewers: a collapse never seen or hypothesized since the birth of this sector, which today is an industry.
MORRIS “IL CINEMAIO”
Il cinema è da sempre il sogno di Morris Donini. Tutti lo conoscono e lo amano come Morris il “cinemaio”, un artigiano della pellicola.
In questo anno di chiusura forzata a causa della pandemia lui ha deciso di continuare a proiettare film a sala vuota. Nel buio del suo cinema Morris si accomoda in una poltrona o in fondo alla sala seduto in terra, così come faceva in tempi normali, come assaporando luci ed atmosfere che solo le immagini sanno dare. Lascia le porte aperte per permettere agli abitanti del piccolo paese di sentire le voci le musiche delle storie proiettate mentre i bagliori di luce escono come riflessi, per non dimenticare che esiste il cinema, che lo spettacolo va avanti.
La resilienza è anche e soprattutto questa. Un unico spettatore, Morris, a volte, il suo cane, in un momento di forte difficoltà, con le sale chiuse, ma gli affitti da pagare, con forza e determinazione sperando che le luci non si spengano per sempre.
Fin da bambino Morris disegnava sui quaderni di scuola le sale cinematografiche con i suoi flani per i manifesti e le sue rassegne cinematografiche. Fin da piccoli si creano sogni che diventano ideali da perseguire. Casualmente conobbe il proprietario di un cinema in un piccolo paese in provincia di Bologna e da allora, ogni giorno, gli chiedeva di poter entrare a far parte di quel mondo per vivere l’atmosfera della sala, coi suoi tessuti di velluto rosso, le poltrone e il magico schermo. In cambio si offrì per piccoli lavori. Passarono gli anni e alla morte del proprietario gli venne chiesto di gestire quel cinema. Morris aveva 29 anni e senza pensarci un attimo accettò. Oggi dirige tre sale di provincia: il cinema per dare identità culturale anche ai piccoli centri. Morris ha perseguito un ideale di vita che con pazienza e dedizione è diventato realtà.
In Italia nel 2020 causa pandemia Covid l’attività cinematografica ha subito una drastica riduzione di più del 75% in termini di presenze ed incassi, causando una perdita stimabile in più di 25 milioni di spettatori: un crollo mai visto né ipotizzato dalla nascita di questo settore che oggi è un’ industria.